domenica 23 dicembre 2012

2012 - Partitura per la fine del Mondo

ovvero l'inutile tentativo di narrare il mio anno sonoro
 
Intro catastrofista
La fine del mondo non è un evento. E un processo. Che è in corso.
La crisi ambientale e la distruzione della biosfera, lo spostamento del baricentro economico mondiale creano scosse fortissime.
E il suono, in questo contesto, come si è mosso nel 2012?
Alla scarsità assoluta dell'ambiente naturale, corrisponde l'infinita abbondanza, riproduzione e condivisione di suoni e musiche. La sfera sonora è satura e rischia di diventare indistinto flusso di rumore.
Il pensiero positivo, quello della crescita infinita , quello dell'ottimismo ad ogni costo che ha contraddistinto l'era elettronica ha ridotto la capacità critica fino all’apatia. Ecco allora che un suono oscuro che legge le inquietudini di questo periodo storico può essere una virtù, attendersi il peggio per invertire la tendenza può essere utile.
  • Andy Stott: Luxury Problems (Modern Love)
  • ASC: Out Of Sync (Samurai Red Seal)
  • R.Roo: Mgnovenie (Tympanik audio)
  • Raime: Quarter Turns Over A Living Line (Blackest ever black)
  • Morphosis: The TEPCO Report (Morphine Records)

Crescendo con fuga
In un mondo in cui sei rincorso da miriadi di richiami, apparati di cattura di un potere mediatico che pervade la vita è nata in molti la convinzione che “è meglio perdersi che essere trovati”.
Per questa generazione precaria con le sue vite insoddisfatte l'idea beatnik del “viaggiare senza arrivare” è diventata l'idea del “perdersi da nessuna parte”.
Il nebuloso oblio del rumore bianco diventa il luogo di beatitudine che prende a piene mani da quella scena un tempo chiamata dreampop/shoegaze.
  • Stumbleine - Drifting Youth/Spiderwebbed (Monotreme Records)
  • To Destroy A City: Rebuild (n5MD)
  • Anoice: The Black Rain (Important Records)
  • Alcest: Le Voyage De L’Âme (Prophecy Productions)
  • Bitcrush: Collapse (n5MD)

Ritornello
...quando l'oceano di suono si fa particolarmente burrascoso, quando ti senti perso nel suo caos, cerchi quegli approdi sonori che ti sembra possano farti ritrovare la strada.
Suoni dati per passati, che hanno fatto parte della tua formazione e che ritornano sotto altre vesti e che ti fanno rientrare in sintonia e riprendere la dolce e imprevedibile deriva nella musica infinita.
L'importante è che questi non siano irrigiditi al passato, che non diventino ancore, ma siano semplici boe di segnalazione che ti aiutino a concatenare e riprendere il senso di godimento conoscitivo e il piacere della ricerca del nuovo...
  • Piano Magic: Life has not finished with me yet (Second Language)
  • Waves On Canvas: Into the Northsea - (Psychonavigation)
  • Swans - The Seer - (Young God Records)
  • The Durutti Column: Short Stories For Pauline (Darla)
  • Dead Can Dance – Anastasis (PIAS)
Tremolo
Il tremolio delle voci, il ribollire lento dei bassi sullo sfondo della metropoli rappresenta ancora al meglio la generazione precaria.
L’attacco al Welfare in corso ha distrutto alla base indie music, perche si fondava sulla facilita di accesso al “reddito di cittadinanza”. Poter vivere da musicista è oramai illusione e quel che resta dell' ultima scena musicale inglese (l'ormai post-dubstep) ci racconta uno spleen urbano sull'orlo di un abisso.
  • Desolate: Celestial Light Beings (Fauxpas Musik)
  • Burial: Kindred/Truant Rough Sleeper (Hyperdub)
  • Holy other : Held (Triangle)
  • Old Apparatus: Alfur/Harem (Sullen Tone)
  • Kid Smpl: Skylight (Hush hush rec)

Respiro
La metropoli opprime, lo smog, il rumore dei clacson, il rombo dei motori e le costruzioni di cemento incombono . Per rilassarsi occorre uscire, prendere una stradina di campagna liberare l’orizzonte acustico, ritrovare la lentezza di cui si ha bisogno per rientrare in sintonia con il proprio respiro.
  • Bersarin Quartett: II (Denovali, 2012)
  • Brambles: Charcoal (Serein)
  • Bvdub - All Is Forgiven (n5MD)
  • Various artists: ... and darkness came (Headphone Commute)
  • Richard Skelton: Verse Of Birds (Corbel Stone Press)

Silenzio
Disperati e felici. Questa è la sensazione di chi è alla deriva nell’oceano di suono.
Travolti dalla libidine del flusso infinito di suoni e contemporaneamente incapaci di definirne le forme.
Per godere appieno di questo oceano e non esserne sopraffatti serve saltuariamente una sottrazione da quest'onda continua. Per evitare l'atonia emotiva ogni tanto serve ricreare le condizioni per l’ascolto del silenzio.

martedì 18 dicembre 2012

Diserzioni 18 dicembre: I fantasmi di noi

come spettri s'aggirano nei nostri ascolti
si muovono sfocati nell'inconscio
impregnano le pareti interiori
indirizzano la ricerca sonora
e la porta dell'anima s'apre
nel far entrare questi fantasmi di noi

Yagya: The Phantom Of Us
Piano Magic: (The Way We Treat) The Animals
Snow Palms: Light Museum
Durutti Column: Duet
Waves On Canvas: Frozen
Need A Name: Mamihlapinatapai
Hammock: Ten Thousand Years Won't Save Your Life
Mushy Feat A.R.Kane: My Life So Far
Autumn Grey Solace: Shadow, Light, Echo
Beautiful Schizophonic: Apparition
Saffronkeira: Endless Agony Of Being Sick

martedì 11 dicembre 2012

Diserzioni 11 dicembre: Suono crepuscolare

lento si chiude il cielo
e arriva dolce la sera
con la sua capacità di rapire,
sottrarre, allontanare, trasportare…

lento si chiude il cielo
e arriva dolce la sera
con il desiderio di rallentare
con il suo suono crepuscolare

1991: Open To The Dark
Young Wonder - To You (Ambassadeurs Remix)
Kyson - Out In The Fields
Kid Smpl: Nearing
Thriftworks: Pistols And Crystals
Anklebiter: Nested (Feat. Sheldahl)
Tineidae: Azure
To Destroy A City: Narcotic Sea (Boy Is Fiction Remix)
Helios: Halving The Compass (Rhian Sheehan Remix)
Robin Guthrie: Circus Circus
Manual: Awash

martedì 4 dicembre 2012

Diserzioni 4 dicembre: Ultima fusione

il tempo si dilata su un filo di suono
e diffonde sciolto calore che scivola
dentro le forme dell'emozione
mentre fredde macchine forgiano
la miscela di quest'ultima fusione

Raime: Last Foundry
Silent Servant: Process
Red Shape: Until We Burn
Robert Hood: The Exodus
Forward Strategy Group: Metal Image
Andy Stott: Numb
Asc: No Love Lost
Pinch: Blow Out The Candle
Distance: Searching
Displacer: Warbound

martedì 27 novembre 2012

Diserzioni 27 novembre: Volo dentro

Ti sollevano e ti portano via
senza il peso di ciò che ti circonda
s'inoltrano nel fitto mistero
che s'annida in ognuno
con la grazia di un volo dentro

Kasstedy And Zaurio: Yellow
Hiholl: Breath Of Autumn
Carlos Cipa: The Whole Truth
Brambles: In the androgynous dark
Sophie Hutchings: By Night
Daniel Land: Last August
Garth Stevenson: Flying
Iitem Caligo: Johann
Black Elk: Spark
Prose: Gallows
R.Roo: From You

martedì 20 novembre 2012

Diserzioni 20 novembre: L'ora più buia è appena prima dell'alba

Il battito che rallenta di notte
il tempo che non urge i diurni ritmi
lo scandire della lancetta che tace
l'occhio che si libera dall'accecante luce
la mente che finalmente vaga libera
nell' ora più buia che arriva poco prima dell'alba

Dj Rum: The Darkest Hour Is Just Before Dawn
Atlas: 4am
Ghosts: Judge
Borealis: Not Of This Reality
Ghostlight: Tomorrow’s Child
Old Apparatus: Linge
Koreless: Lost In Tokyo
Lol Boys:Changes (Shlohmo Remix)
Blue Daisy & Unknown Shapes: Insomniac Love
Author : In The Sky
Ghostek: Vacuum

sabato 17 novembre 2012

Brambles: Charcoal (Serein)

Negli ultimi anni molta della musica cosi detta “modern classic” è diventata mainstream, in Italia per esempio, è rappresentata da personaggi come Allevi o Einaudi. Ma spesso questa, a mio avviso, si limita ad un stantio romanticismo e non riesce a far volare la mente.
A volte, capita invece che si ascoltino alcuni album che ti trasportano via in qualche luogo lontano per essere riportati nella realtà di nuovo solo quando la musica finisce. Durante quel tempo nulla intorno a te sembra avere importanza. Solo alcuni album riescono a farlo e in campo “modern classic” Charcoal , l'LP di debutto di Brambles, è certamente uno di questi. Questo è il lavoro d'esordio del strumentista/solista Mark Dawson ed è uscito su etichetta britannica Serein. Sembra essere un album profondamente intimo anche se scritto e registrato in una residenza collettiva di Melbourne, dove il musicista inglese vive.
Nel “palazzo dipinto”, cosi si chiama questa casa comune, c'è un pianoforte, e Mark faceva le ore piccole a comporre le sue musiche, approfittando della quiete della notte.
Questo è senza dubbio un album notturno in cui tutto si muove lievemente e lentamente, ma dove il buio apre spazi a mistero e inquietudine. La foresta oscura della copertina sembra raffigurare questa attrazione fatale con lo sconosciuto (foresta deriva dal latino “foris” ovvero estraneo) e con la ricerca di qualche inesplorato terreno della propria fantasia.
Esplorazione effettuata attraverso il pianoforte ed effetti chitarristici che formano una brillante miscela fra neoclassica, ambient e atmosfere notturne.
Questa tensione tra inquietudine e romanticismo, tra staticità e lento movimento, tra solitudine e comunità rende questo album vivo ed in grado di elevarlo tra i migliori dell'anno in campo “modern classic”.

Tracklist
1 To Speak Of Solitude
2 Such Owls As You
3 In The Androgynous Dark
4 Salt Photographs
5 Pink And Golden Billows
6 Arête
7 Deep Corridor
8 Unsayable

martedì 13 novembre 2012

Diserzioni 13 novembre: Dream step

veloci visioni metropolitane
sfuggono dai finestrini dei vagoni
e mentre le gocce di pioggia scivolano sui vetri
sfocando i conosciuti contorni
la mente viaggia a passo di sogno

Stumbleine: Catherine Wheel (ft Birds of Passage)
Actraiser: Phantomile
Anthony Drawn feat.Graciellita: Callin out
Albert Swarm: Fadima
Cube Face: called you
Purity Ring: Lofticries
Holy Other: Tense Past
Halls: Funeral
Beacon: It Won't Be Long
FPRF: Crystallization Point (Nocow Remix)
How To Dress Well: Cold Nite
Asa: sweeter things

lunedì 12 novembre 2012

Dream Step: Se il dream pop cambia passo

Una ragazza minuta con voce angelica tanti anni fa cantava di personaggi dai strani nomi (Ivo Lorelei Beatrix Persephone Pandora Amelia Aloysius Cicely OtterleyDonimo) accompagnata da i gemelli Cocteau. Di lì prese il volo un sound chiamato dream-pop, un genere mai passato realmente di moda, ma che ogni tanto riprende il volo inebriando il nostro cuore.
La retro-mania, il recupero di sonorità passate è oramai la principale ispirazione delle miriadi di uscite sonore dei nostri tempi, ed è oramai molto indagata e discussa. A ben vedere la musica si è sempre nutrita del proprio passato, ma solo quando a questo riesce a cambiare il passo crea quella vertigine che ho sempre amato nel suono.
Il dream pop qualche volta ci riuscito trasformandosi in shoegaze e recentemente in quel hype chiamato chillwave.
Io ho sempre cercato chi ha la forza di agire sul tempo, di essere tempo, consapevole dell'importanza di certo passato, ma con i piedi nel presente e lo sguardo ai risvolti futuri.
Ma quanti artisti sanno darci oggi questa vertigine del tempo e dei suoi paradossi, in un mondo sonoro dove il tempo viene ingabbiato, immobilizzato, narcotizzato (radio/festival '80, i mitici '60/ 70 e serate a tema di revival vari ecc.) con l'intento di privarlo degli effetti anarchici che il sentimento del tempo può generare? Non molti in verità.
Allora quando sentite il suo brusio fate attenzione perchè accanto al fruscio di sonorità passate, mischiate ad esse forse sentirete qualcosa che lo spinge oltre, ed ecco che i fantasmi del passato rivivono, ridiventano attuali e non solo sbiaditi ricordi e vecchie nostalgie.
Il corpo emozionale è stato ed è il piano su cui si svolge la più delicata ed estrema delle battaglie, per renderlo apatico bombardandolo di cose già sentite, immobilizzando il tempo, scongiurando i balzi in avanti. Ecco che i più restano ancorati alla musica ascoltata da “giovani” e fanno la fine di quelli che ascoltano tutta la vita quello che ascoltavano quando avevano 20 anni!
Certo alcuni dischi “dream pop” degli inizi restano insuperabili, ma se gli elementi usati diffusamente nell'underground negli ultimi anni (voci balbettanti, chopped beats, indizi di witch e wobble dubstep, le pitched-down post-Burial vocals) si fondono con quelle fiabe sonore, quest’ultime possono diventare inni di una nuova resurrezione emozionale.

Diserzioni 13 novembre: Dream step
stay tuned

sabato 3 novembre 2012

Diserzioni on air martedi 13 novembre

Surfing the next soundwave
Siamo nell'era della musica infinita e nonostante questo in troppi ancora seguono la scia del grande bastimento mainstream incapaci di cambiare rotta.
Così, oramai molte stagioni fa, Diserzioni gettò la zattera nell’oceano di suono e cominciò ad aprire la propria scia lontana dalla “Costa Crociera” della musica, virando dall’altra parte.
Con Diserzioni siamo andati in giro per i mari, incontrando tempeste, ma anche le aurore bellissime, tramonti cupi con le folate di nebbia, ma anche lune piene e notti stellate, ed incrociando altri naufragi alla deriva in queste infinite acque.
Sempre fedele al proprio spirito, Diserzioni continuerà anche in questa stagione il viaggio per incontrare la biodiversità sonora che ama ancora nuotare libera.
In questi anni abbiamo imparato a fluttuare in spazi continuamente mutevoli, imparato l'ascolto in situazione di assenza di gravità, sapendo che per schizzare in alto a volte basta togliere le zavorre.
E malgrado le zavorre del quotidiano si facciano sempre più pesanti, anzi soprattutto per questo, mollare gli ormeggi e vagare liberi nel marasma sonoro attuale ci sembra indispensabile.
Cosi attraverso i nuovi suoni elettronici, ambient, post rock, ethereal, modern classic, shoegazing, cold/dark/chill wave, post/dubstep, witch....Diserzioni vaga in arcipelaghi white minimali, pink sensuali, green clorofillosi, red marziani, dark catastrofisti, black soul/are, blue profondi…
Diserzioni è naufragio nell'oceano di suono, è zattera che segue le scie sonore dove più dolce è la deriva, ma è pronta a trasformarci in surf a cavallo della prossima onda anomala.

Da martedi 13 novembre on air/web
Stay tuned

giovedì 25 ottobre 2012

Andy Stott: Luxury Problems (Modern Love)

Andy Stott è uno dei pochi produttori techno inglesi a colpirmi ad ogni uscita.
Ora torna su Modern Love con “Luxury Problems”, un album di nuovo materiale registrato nel corso dell'ultimo anno.
Torna e apre una nuova fase.
Provate ad immaginarvi Burial che invece di viaggiare su un bus notturno londinese passeggia su una desolata e abbandonata zona industriale. Stott è di Manchester e si sente.
Manchester viene spesso definita come la prima città industrializzata del mondo e tracce di questo suo passato industriale sono ancora ben visibili e ben presenti nella sua cultura.
Infatti i pezzi di Andy Stott anche in passato avevano più in comune con le basse frequenze di artisti noise/industrial del calibro di Sunn O))) e Merzbow che con quelle della techno dub contemporanea o della scena dubstep. Nonostante questo è sempre riuscito ad assorbire le cose migliori delle nuove tendenze elettroniche.
Sicuramente una delle cose più originali uscite dalle scene elettroniche degli ultimi anni è la cosidetta “vocal weirdness” ovvero le sperimentazioni con la voce, la vocal science: varie forme di testurizzazione digitale delle voce come l’Autotune, l’accelerazione o il rallentamento dei vocals, il micro-editing dei sample vocali.
Ed ecco che cinque dei brani presenti nell' album vedono alla voce Alison Skidmore, un tempo insegnante di pianoforte di Andy ed è la novità principale del nuovo lavoro.
'Numb' apre l'album con la voce di Alison, a più livelli e in loop, ma lasciata senza effetti, accompagnata da un sound profondo e sporco. 'Lost and Found' segue una linea di basso ringhiante e una voce disturbata, 'Sleepless' è un tamburo africano che cede sotto bassi intensi delle Stott/ritmiche. E' il suo suono che è stato imitato innumerevoli volte ma qui ri-lavorato e ricostruito per la sua prossima fase evolutiva. 'Hatch the plan' termina la prima metà dell'album con splendidi arrangiamenti vocali . Il secondo lato si apre con 'Expeting', il più riconoscibile momento 'Stott' dell'album: un naufragio, delirante in 4/4 in halfspeed pronto a risucchiare tutto ciò che lo circonda. "Luxury Problems' è tranquillamente euforico. "Up the box" cambia la narrazione e parte con un intro esteso per 3 minuti prima di irrompere in un rallentato Jungle narcotico e per finire, "Leaving", conclude l'album con un'altro esperimento con voce e synth.
Gli spettri della scena rave ritornano e questa volta riappaiono non tra i grattacieli vetrati della metropoli finanziaria ma in mezzo ai capannoni abbandonati in tristi spazi post-industriali .

Gran disco!

sabato 20 ottobre 2012

Il rumore del sogno

Un'angosciata beatitudine
In un mondo in cui sei rincorso da miriadi di richiami, apparati di cattura di un potere mediatico che pervade la vita è nata in molti la convinzione che “è meglio perdersi che essere trovati”.
Se poi questo mediascape costruisce desideri che non possono essere esauditi, ma solo invidiati ai pochi che possono, ecco che molti si immolano a portavoce dei sogni impossibili.
Per questa generazione precaria con le sue vite insoddisfatte l'idea beatnik del “viaggiare senza arrivare” è diventata l'idea del “perdersi da nessuna parte”.
Il nebuloso oblio del rumore bianco diventa il luogo di beatitudine che prende a piene mani da quella scena che a inizio '90 era chiamata shoegaze/ethereal.
La ristampa di molti album di quella scena e alcuni nuovi lavori che riprendono quel flusso sonoro nel quale immergersi in maniera totalizzante rispecchiano il bisogno di redenzione di una generazione che sembra consapevole che il futuro non dà spazio a speranze. La psichedelia diventa atteggiamento esistenziale: il disorientamento come perdita delle coordinate per lasciare il segno in in mondo inflazionato dai segni, e di contro la ricerca della beatitudine che permetta di svettare sopra il reale almeno per la durata di una canzone.
Cosi anche alcuni musicisti dell'area cosi detta “black-metal” si cimentano con il suono ethereal/shoegaze e viceversa alcuni dell'area “ethereal/shoegaze” si avvicinano al “black metal”.
L'asperità e la negatività “black metal” diventa trascendentale bellezza, mentre il volo sognante “shoegaze” un po' più inquieto. Ma ha senso parlare ancora di generi o scene musicali? Forse no.
Forse è solo il bisogno comune di usare il rumore dei propri sogni per cercare una (pur angosciata) beatitudine.

Alcuni ascolti recenti:
Jodis - Black Curtain
Alcest - Les Voyages De L'Âme
Jessica Bailiff: At the Down-Turned Jagged Rim of the Sky
Bitcrush - Collapse
Pale Sketcher - Seventh Heaven
Jesu-Ascension
Thisquietarmy - Resurgence

giovedì 11 ottobre 2012

Because Diserzioni

 
In questi giorni ho riflettuto molto sull'opportunità o meno di continuare a trasmettere.
La difficoltà nel collocare una trasmissione particolare in palinsesti fm che rincorrono sempre più standard generalizzati (per tutti), e parallelamente il proliferare di streaming di ogni genere in rete, mi hanno fatto quasi desistere.
Poi una pagina pubblicitaria su una vecchia rivista di cinema che reclamizzava una fotocamera digitale della Sony mi ha illuminato in questione con lo slogan: “Don’t think, Shoot”. Non pensare, scatta.
Il mercato globale ha bisogno di scatti senza sguardi, di produrre segni-immagini anche privi di significato, anzi meno sguardi- creatività ci sono al lavoro, meglio è, bastano le dita che producano-consumano segni senza senso, sostituibili, cancellabili.
I touch screen dei nostri dispositivi multimediali pronti all'usa e getta continuo.
Al contrario credo ci sia ancora bisogno di sguardi, occhi, di suoni e orecchie che sanno di non potere fare a meno del pensiero e che creino narrazioni altre, altro senso, c’è soprattutto bisogno di creatività che trasformi.
Soprattutto oggi, in tempo di crisi anche musicale dove il bombardamento di suoni embedded, creano un eccesso di onde sonore che inondano e offuscano la biodiversità sonica.
Oggi abbiamo bisogno di fermarci a capire e di costruire il nostro paesaggio, sentiamo l’esigenza di una sorta di ecologia sonora.
Per questo non basta coltivare il proprio ascolto casalingo , ma bisogna resistere anche in quei piccoli spazi di etere che restano liberi usare il suono per produrre un senso alternativo "mettersi in mezzo" alla realtà, per narrare dell'altro e aprire qualche contraddizione.
Non so se ci sia bisogno di Diserzioni ma fino a che ci saranno suoni in grado di stupire ci sarà sempre la speranza di stupirvi. Di sorprendervi e di sorprenderci.
Come sempre.

sabato 25 agosto 2012

Riflessioni e deliri



Raccolta di riflessioni (deliri?)sul suono pubblicati in questo blog
visibili e scaricabili in pdf qui:
Diserzioni scritti pdf

sabato 11 agosto 2012

Intrigante sentire

Qualche tempo fa piantai nel mio giardino un acero campestre e qualche giorno dopo il vecchio contadino, mio confinante, mi riprese perchè questa pianta avrebbe fatto ombra nei sui campi. Praticamente avrebbe ombreggiato due piantine di soia per due ore al giorno.
Da che mondo è mondo, si sa, nel Veneto e soprattutto nel Basso Piave, gli alberi non valgono nulla. Legna da ardere, al massimo, ma assai più spesso fonte di pericolo per gli uomini e i loro beni (gli alberi, non appena possono, schiantano al suolo travolgendo tutto) e fonte di sporco (perdono foglie, fiori, frutti, rami. Perdono di tutto e di più).
Come dicono da queste parti, “intriga”*.
Mentre impazza nel nostro paese Nerone ed arriva Caligola il nostro paesaggio sembra un deserto.
L'orizzonte è ritagliato solo da orrende costruzioni di cemento, unica cosa che alza sopra le colture.

Similmente anche il paesaggio sonoro sembra un deserto, l'orizzonte sonoro si ripete stancamente dalle nostre parti e manca l'aria fresca in queste serate estive.
Manca l'ossigeno nelle note che risuonano nell'afa del basso piave, bene che vada ska-reggae, oppure cover band o i nostalgici '80 (P Lion e Sabrina Salerno a poche centinaia di metri da casa), per non parlare dei laccati delle balere.
La biodiversità dell'oceano di suono (non si mai prodotta così tanta musica) non vale nulla, provoca l'emicrania e va cancellata, oppure nascosta negli acquari dell'ascolto casalingo.
La musica se non porta risultati immediati (incassi) non esiste nelle roventi serate musicali della nosta zona.
Ecco la ragione per cui, per sentire qualche suono diverso live è necessario migrare geograficamente da altre parti.

La scoperta del bello dove non te lo aspetteresti, non è più un valore ne nel paesaggio naturale ne in quello culturale, l'igienizzazione di tutto ciò che “intriga” crea quel deserto nel quale non cresce più nulla.
Siamo in una morsa dove il passaggio dall' “estetico” all' “an-estetico” sembra inequivocabilmente segnato.
Sembra che del significato della parola “intrigare” resti solo l'accezione dialettale ossia che ingombra, e non quella dell'italiano ovvero ciò che interessa, incuriosisce, attrae. 

La musica è una legge morale: essa dà un’anima all’universo,
le ali al pensiero, uno slancio all’immaginazione,
un fascino alla tristezza, un impulso alla gaiezza,
e la vita a tutte le cose.
Essa è l’essenza dell’ordine ed eleva ciò che è buono, giusto e bello,
di cui essa è la forma invisibile,
ma tuttavia splendente, appassionata ed eterna.”
Platone, 400 a.C. (dai Dialoghi)

*ingombrante in dialetto veneto

martedì 31 luglio 2012

Olafur Arnalds & My Brightest Diamond live

Sesto al Reghena 28 luglio 2012
Alle 21 scoppia un temporale estivo e mentre gli organizzatori prontamente coprono la strumentazione sul palco, l’aria rinfresca e ci prepara per un’altra boccata di ossigeno sonoro per i nostri neuroni.
La pioggia dura poco più di 10 minuti e appena smette "Brown and the Leaves" apre la serata. E’ il progetto solista di Mattia Del Moro, nato e cresciuto a Tolmezzo, ai piedi delle Alpi Carniche.Per l’occasione è accompagnato da Riccardo Di Vinci (contrabbasso) e Lucia Violetta Gasti (violino) ci presenta un saggio di  pezzi che mi ricordano quell’anima senza impronte che è stato Nick Drake. Bravo.

Alle 22  è la volta della talentuosa My Brightest Diamond (Shara Worden) torna in Italia per presentare il nuovo “All Things Will Unwind”, Per sexto’nplugged My Brightest Diamond ripropone il concerto realizzato al Lincoln Center di New York avvalendosi della collaborazione di un ensemble acustico “locale” diretto, nell’occasione, dal Maestro Giorgio Tortora e da un giovane batterista.
Shara sprizza energia e diverte con il suo pop cameristico orchestrale, usando strani strumenti e accompagnando il suo live con travestimenti e gag molto particolari.
Ma devo ammetterlo, io sono qui per Ólafur Arnalds.

“se c’è una cosa che mi manca è la mancanza” cit.

…nel sovraccarico sonoro del nostro tempo, la sottrazione dal rumore di fondo, la sottrazione all’uso sconsiderato di hard disk pieni di mp3, la sottrazione all’accelerazione dei flussi sonori è  centrale per evitare la desensibilizzazione.
Da qui la ricerca del suono dove tutto si fa ral­len­ta­to, dove i no­stri sensi si di­la­ta­no, dove as­sa­po­rare ancora distacco dal reale. La  mo­dern-clas­si­cal è anche que­sto: Un ri­fu­gio si­cu­ro dove di­sten­der­si e la­sciar­si an­da­re, se­guen­do le scie più dolci nel marasma sonoro.
Musica senz’altro più adatta all’intimo della propria stanza che ad un live show. Il live richiede qualcosa di più al pubblico: una devozione a questo suono dove si presuppone un assoluto silenzio e una profonda attitudine introspettiva. Pochi musicisti riescono ad ottenere questo, uno di questi è senz’altro Ólafur Arnalds, giovanissimo artista ma già affermato proveniente dalla glaciale e lontana Islanda.
Grazie alla perfetta unione tra musica e location, quello si Sexto Unplugged è stato un live commovente, con splendidi e struggenti brani dai nomi impronunciabili che regalano ai presenti momenti di rara bellezza, intrisi di poesia e solitudine come paesaggi innevati, o per restare in loco come paesaggi boschivi della pianura friulana.
Tra un pezzo e l'altro il giovane Olafur abbandona le vesti dell'artista malinconico per tornare uno scanzonato ventenne che intrattiene il pubblico con aneddoti e sagace umorismo, creando un spiazzante contrasto con la malinconia delle sue composizioni.
Il concerto è la su­bli­ma­zio­ne del bello e molto altro: un pia­no­for­te-me­tro­no­mo che scan­di­sce i tempi un vio­li­no che  scal­da i no­stri cuori, un violoncello con­tem­pla­ti­vo creano un'atmosfera sospesa nel silenzio e sembra davvero di essere “altrove”.
Qualcuno durante l’esibizione ha lasciato il proprio posto a sedere, forse per l’ora tarda, forse per la mancata sintonia con un suono malinconico, a tratti triste e cupo,che richiede una simbiosi per sfociare in gioia dell’animo.
 L’ Islanda è la ter­ra di ar­ti­sti, inu­ti­le gi­rar­ci in­tor­no, af­fa­sci­nan­te ed evo­ca­ti­va e nel­l'ul­ti­mo pe­rio­do ha dato prova di essere capace di rivoluzioni non solo sonore, evitando l’austerity e  debito finanziario. Investire in cultura è servito e serve eccome!!!
 La musica di Olafur ( e molto Iceland sound) rappresenta il suono un paese che incanta, ma non si lascia incantare.

lunedì 23 luglio 2012

Soap&Skin e Apparat live

Sesto al Reghena 21 luglio 2012

Nell'ultimo album "The Devil's walk" Apparat si è avvalso della collaborazione di Soap&Skin (che canta, per lui, il brano "Goodbye"): da qui l'idea di farli esibire nella stessa sera, per un'esclusiva a Sexto'NPlugged.
Apparat è senz'altro uno dei produttori più richiesti e trendy del momento, molto cercato anche nei giri “artistici” che contano, forse è per questo che c'è il pienone di pubblico, in numero superiore rispetto alle sedie messe a disposizione e rispetto alle scorse edizioni.
Ma la location (la splendida Abbazia di Sesto al Reghena), il pubblico sempre attento e la giovanissima compositrice austriaca, Soap&Skin ovvero Anja Plaschg con la sua atmosfera in bilico tra elettronica, cantautorato barocco ed atmosfere dark , fanno subito dimenticare gli hype, le new tendencies, i future sounds of...
Alle ore 21,45 , non appena scende il buio, Anja sale sul palco dove ad aspettarla c'è il suo pianoforte e può avere inizio il suo incredibile concerto.
La timidezza di Anja non trattiene il tormento della sua anima e si scioglie nella carica impressionante sul pianoforte e nella sua voce inimitabile.
L'emozione è fortissima anche quando alla sua voce si accompagna quella della sorella e si alternano i pezzi tratti dai suoi due album: "Lovetune for Vacuum" e “Narow” eseguiti al pianoforte e accompagnati da basi controllate al laptop dalla stessa Anja.
Quando la sorella esce definitivamente dal palco, Anja lascia il pianoforte e scatena voce e corpo su basi che ricordano quel matrimonio tra umano e macchina, quel suono che ha dato il via a tutti i “suoni futuri” cioè l'industrial.
Momenti di pura estasi.
"Pale Blue Eyes" , dei Velvet Underground, è la cover che Anja decide di eseguire sul palco di Sesto al Reghena per chiudere il concerto.
E' impossibile restare impassibili a un così travolgente talento.

Alle 23,30 sale sul palco la Apparat band.
Apparat, come dicevo è produttore e dj molto trendy, ma l'ultimo album, il primo per Mute denota un nuovo stile ed un nuovo approccio, è lontano dalla techno e dalle estasi dance mentre trovano spazio le beatitudini dream-pop e l'ambient, un disco coraggioso che dal vivo si presenta in un liveshow completamente suonato nel senso più classico del termine.
Insomma i beat diventano beat-i e anche se ogni volta che questi accennano ai classici 4/4 techno si alzano urli di approvazione, vengono subito sopiti dal ritorno a sonorità più vicine ad in concerto shoegazing che ad uno techno-elettronico.
I brani sono principalmente tratti dall'ultimo disco ma anche dal precedente Walls del 2007 e i discreti beats elettronici si mescolano alla perfezione con il sound dei musicisti sul palco ed anche la voce dell’esile figura di Sacha Ring risulta perfetta per l'atmosfera creata.
Il suono urbano che ha fatto la fortuna della scena berlinese rivolge lo sguardo al naturalmente sognante e contemplativo suono islandese.
Gli orizzonti si allargano e sognare una metropolitana tra i vulcani innevati dell'Islanda è forse la migliore visione di futuro per la musica attuale.

venerdì 29 giugno 2012

La cura del suono

Questa stagione di trasmissioni è giunta al termine, Diserzioni tornerà a settembre per un nuovo ciclo di emissioni radiofoniche, intanto durante l’estate saranno in programma delle repliche.
Stay tuned!

Anche in questa stagione “Diserzioni” ha cercato la dolce deriva guidata nell’oceano di suono. Navigazione per associazioni nell’infinito desertoceano sonoro attuale, erranza e nostalgia, scoperte e ritorni.
Ha cercato l’equilibrio tra il perdere e il mantenere la propria cifra singolare per scongiurare il pericolo di dispersione.
Del resto in questo flusso sonoro infinito, in questo mondo sovra stimolato non riusciamo più a interpretare il sovraccarico informativo che ci sommerge e si rischia l’ apatia. 
L’apatia verso il senso e di contro la dipendenza  verso la connessione nell’infosfera 24 su 24.
È notizia di questi giorni che il 73% di noi soffre di sindrome del beep, della vibrazione fantasma, una malattia che vorrebbe sempre più presenza, sempre più overdose di reale.

    “Il reale cresce come il deserto. L’illusione il sogno la passione la follia la droga ma anche l’artificio il simulacro, questi erano i predatori naturali della realtà. Tutto ciò ha perduto gran parte della sua energia come fosse stato colpito da una malattia incurabile e subdola.”
 (J. Baudrillard: Il patto di lucidità, Cortina, pag. 21).

L’universo musicale attuale è sicuramente sovraccarico, accelera i flussi, fa proliferare le fonti sonore fin quando esse raggiungono il rumore bianco dell’indistinguibile, dell’irrilevante, dell’indecifrabile.
Come evitare la desensibilazione e l’anestesia percettiva?
Come selezionare e organizzare flussi sonori per dolci derive in queste tempeste emozionali senza cercare facili approdi fatti di nostalgie e identità passate ?
Può il suono essere ancora terapia per la nostra mente, essere la forza capace di sottrarla/riattivarla quando paralizzata sia dalla realtà che dalla virtualizzazione?
Penso di sì, almeno continua ad essere la cura della mia mente, la mia cura quotidiana.
Cura è il contrario di apatia, è dare importanza a qualcosa, restituire senso alla percezione.
Diventare sospensione dal rumore e valorizzare il silenzio, essere profondità quando tutto è superficiale, dare senso erotico al frammento vocale quando il proliferare di parole inflaziona il loro significato.
Fortunatamente nell’oceano sonoro troviamo ancora queste qualità, questi spunti in grado di comporre una via di fuga, una terapia, un cura per la nostra stanca mente.
Personalmente queste qualità le trovo nell'esplosione silenziosa di molta ambient, nelle profondità del post-dubstep, nella frammentazione desiderante dell'elettronica, ma anche nella nostalgia del futuro di certa nuova wave e nella beatitudine dello shoegaze più ambientale.
Oggi forse non c'è altra via che gettarsi nell'oceano di suono, ma ciò non vuol dire conformarci all'apatia, ma tentare di entrare in sintonia con  il fluire delle onde che spingono oltre il reale la nostra immaginazione.

venerdì 8 giugno 2012

Domenica 10 giugno: L'ultima notte è dark

Scivola via  questo tempo
nel pienovuoto d'immagini,
nell'inesauribile rumore senza senso
...l' unica speranza è il buio
con la sua promessa di senso
l'ultimo luogo è la notte
con la sua capacità
di farci sentire senza vedere

Volor Flex: Last Night
Nocow: Mist
Hmot: Astarte
Sun Glitters: Alone Feat. Sleep Party People
Cubenx - Grass (Robin Guthrie Remix)
Dirk Geiger: Einsam (Feat. Erode)
Tropic Of Cancer: Beneath The Light
Led Er Est: The Diver
2:54: You're Early
Exit Music: The Night
Sink/sink: The Darkest Dark Goes

venerdì 1 giugno 2012

Domenica 3 giugno: Stanza segreta

di fronte ai vuoti delle amicizie virtuali
di fronte all’ affollamento privo di corpi della rete
ci conforta quasi sottovoce, ovattato, rarefatto
il suono intimo  della nostra stanza segreta

Pieter Nooten: Secret Room
A Dancing Beggar: Here Come The Wolves (Kontakte Remix)
Light Out Asia:  They Disappear Into The Palms
Jóhann Jóhannsson: They Imagine The City Growing Out Into The Ocean
Sigur Rós: Dauðalogn
Elisa Luu: Se Fosse Per Me
Pinkcourtesyphone:  Wistful Wishful Wanton
Geskia: Poem From My Room
Dreissk + Anklebiter – Through

venerdì 25 maggio 2012

Domenica 27 maggio: Sognatori a occhi chiusi

 
Imperscrutabili segreti ci sottraggono la luce
e l'oscuro avvolge “il deserto del reale”
il suono, per fortuna,  ci mantiene sognatori
e ci piace rannicchiarci nel suo buio
e solo lì socchiudere gli occhi

Senking: Closing Eyes
Pariah: Rift
Frank Bretschneider:  Kippschwingungen Part 6
Shackleton: Music For The Quiet Hour
Olan Mill: - Eye’s Closed (For Rube)
Fazio:  Il Sognatore è Ancora Addormentato (Behold, This Dreamer Cometh)
Motion Sickness Of Time Travel: Dream
Ian Boddy & Erik Wollo: Vista
Rildrim: Tear-Blind Eyes
Peter Broderick : Eyes Closed And Travelling

venerdì 18 maggio 2012

Domenica 20 maggio: Drifting youth


quando le suggestioni sono infinite
e l'orologio non ti serve più
quando la vita è virtualmente connessa
e il toccare non ti serve più
quando impari il piacere della deriva
e l' approdo non ti serve più

Stumbleine: Cassette
Crispoa: Last Membrane (Adapt Remix)
Anenon: Embers
Oxia:  Traveling Fast (Feat. Mesparrow)
Mirror State: Consciuos
Sorrow - Through The Night (Stumbleine Remix)
Jack Dixon: Black Paint
Ask & Synkro: Borderline
Clubroot: Celestial
oOoOO: Break Yr Heartt

venerdì 11 maggio 2012

Domenica 13 maggio: Vaga-mente

Vaga- mente
Liberata dal suono
Che lento esonda le sponde
che s’infiltra in ogni luogo da sperimentare
Fin  dentro lo sconosciuto inconscio

Xela - The Only Rose
Harold Budd/Cocteau Twins: The Ghost Has No Home
Helios: Not It Can
The Green Kingdom: Emerald Perspective
The Retail Sectors: Finally, People Unconsciously Hope That Their Savior Die
Snow In Mexico:  Prodigal Summer
Casilofi:  Tonight (Ft. Reena Riot)
Throwing Snow & Py: Wallow (Raffertie remix)
Face Heel: No Stars
Asa & Stumbleine: glow
Sina.: Remembrance

venerdì 4 maggio 2012

Domenica 06 maggio: Exit strategy

Cerchiamo lo specchio in basso,
non per lamentare il dolore
che sappiamo diffuso e profondo,
ma per romperlo e per trovare
le mappe di un'altra geografia
di una strategia d'uscita

Larvae: Exit Strategy
Attilio Novellino: Sirens
Good Weather For An Airstrike: Another Way Out
Asonat: On The Other Side
Wolfgang Voigt: Rückverzauberung 6
Black To Comm: Mirror
Anduin: Behind The Voyeur's Wall Of Glass
Strie: Hällilaul
James Blackshaw : The Snows Are Melted, The Snows Are Gone
Listening Mirror: Falling Under

lunedì 30 aprile 2012

Diserzioni e dispersioni

Ogni settimana all'interno di Diserzioni propongo una decina di brani, tratti molto spesso da album da poco usciti. Molti da ascoltare approfonditamente (nei ritagli di tempo molto spesso rubati al sonno), ma infinitamente pochi in rapporto alla quantità di suoni che mi arrivano ogni giorno dalla rete, anche in un campo sonoro di nicchia come quello che Diserzioni segue.
Come scegliere? Come selezionare?
Impresa tutt'altro che facile.
Anche seguendo esperienza e consigli fidati, molto spesso si ascoltano suoni facoltativi, a volte potenzialmente interessanti, più raramente sono davvero imprescindibili.
Naturalmente per il mio sentire, spesso non coincidente con le valutazioni di altri.
Come scegliere allora? A cosa dar peso? Che strategia privilegiare?
Meglio correre il rischio di perdere alcuni suoni o di perdersi nei suoni?
Diserzioni nasce ogni settimana da una infinita negoziazione tra queste due opzioni. Da un'oscillazione continua e dalla convinzione che come diceva William Burroughs: “la cosa peggiore da fare è rimanere immobili”.
L'auspicio è che l'ascoltatore senta e condivida la tensione che anima questa trasmissione e l'irrequietezza che impedisce di fermarsi troppo a lungo su qualcosa.
Anche a costo di disperdersi.
Nel suono e nel mondo.

venerdì 27 aprile 2012

Domenica 29 aprile: Custodi della notte

 
danzano nel nero mistero
come anime nascoste tra i suoni
danzano al ritmo di bassi profondi
come echi metropolitani che si diffondono
danzano a loro agio nel buio
come fossero i custodi della notte

King Britt:: Lilloo's Seduction
Dean Blunt And Inga Copeland: 4
Dan Habarnam - Betray The Present
Borealis:Nightfall (Dominik Eulberg's 'Jittery Dawn' Mix)
Actress:  Caves Of Paradise
XXYYXX: DMT
oOoOO - NoWayBack (Feat Butterclock)
Shlohmo: The Way You Do (Airhead_Remix)
Young Hunting - A List Of Indignities
Olafur Arnalds Nils Frams: A2 (Max Cooper Remix)

venerdì 20 aprile 2012

Domenica 22 aprile: Le strade del suono

 
L'anima del buio
ha sete di quiete
mentre un cielo cobalto
macchiato di stelle
s'appoggia sull'orlo
delle strade del suono

Bersarin Quartett: Perlen, Honig Oder Untergang
American Dollars: Heavy Eyes Ignite
Best Pessimist: Love Is
Silencio: The Easy Way Out
Gareth Dickson: Noon
Paco Sala: Spiral
Julian Holter: Moni Mon Amie
Aspidistrafly: Sea Of Glass
World’s End Girlfriend: The Little Finger
Ex Confusion: Sketches For The Truth
Sand Circles: Endless Night

venerdì 13 aprile 2012

Domenica 15 aprile: In heaven everything is fine

Sono stato condannato
ma anche se mi hanno imprigionato
volo via tra il suono e il sogno...
Sono stato condannato
ma anche se vivo l'inferno
volo in paradiso dove ogni cosa è a posto

Lake Radio: Waiting The Heaven
Danse Society: In Heaven (Everything Is Fine)
Tuxedomoon: In Heaven
Helios: In Heaven (Shem Remix)
Subaeris: Alone
Synkro: Broken Promise
Maria Radu - Comfort Me ( Silent Strike Instrumental )
Brother Sun, Sister Moon: All I Need
Clark: Black Stone
Anoice: Ripple

venerdì 6 aprile 2012

Domenica 8 aprile: Poema post-atomico

in uno scenario desolato
in un deserto disperato
in una visione catastrofista
in una ricerca senza meta
s' innesca un poema post atomico
in cui brillano istanti di profezia.

Morphosis: Postatomicpoetry
Max Cooper: Micron
Claro Intelecto: still here
Arapaima: Bine
Odd Shape: Warm Tune
Liar: Origami Bound (Dual Shaman's 'Black Swoon' Mix)
Fausto Degada & Mirco Salvadori: Stray Dogs
Trust: heaven
Da Noir: Another Day

venerdì 30 marzo 2012

Domenica 1 aprile: Serenity

Aiutaci a vincere questo tiranno
Dalla scorza dura da trapassare,
Affinchè una nuova stagione,
Con nuovi ricordi e avventure,
Riviva nel nostro animo desideroso
Di sentire nelle note tra il suono e il silenzio
riemergere la serenità perduta.

Bvdub: Beauty
Kevin Gorman: Frequency Phase Parts III
Lucy: Vladimir
Synkro: I Miss You
Desolate: Teariness Of Lemnia
Davwuh: Geishas
Twin Sister - Kimmi In A Rice Field (Balam Acab Remix)
Ryan Teague: Shadow Play
Olafur Arnalds: Autumn Day
Roger Doyle: Salome At The Gate

venerdì 23 marzo 2012

Domenica 25 marzo: Meditation bass

Un clima soffuso, elegante, etereo, alieno
Un’ ambiente che muta e si evolve
Un continuo confronto con l’ignoto
Un pulsare tutto dentro la propria testa
Un meditare fatto di basse frequenze

Stimming: November Morning
Jesse Somfay & Henry Saiz - Honey Wine
Kodiak: Spreo Superbus (Actress uraeus mix)
Sbtrkt: Hold On (Sisi Bak Bak Rmx)
Nedry: Havana Nights
Synkro: Presence
Synkro And Indigo: Guidance
Portico Quartet: Lacker Boo
Demdike Stare: Falling Of The Edge (Alternate Version)
Monolake: Aligning The Daemon

venerdì 16 marzo 2012

Domenica 18 marzo: Derive riflessive

incantati da suoni avvolti da dolcissima nebbia
ipnotizzati da angeliche voci ed eteree trame
estasiati da celestiali colonne sonore 
ammaliati attraverso dilatazioni sensoriali
rapiti da intime derive riflessive

Orcas:  Carrion
Mirroning: Cliffs
Arctic Pleteau:  Idiot Adult
Memoryhouse:All Our Wonder
Boy Friend: Egyptian Wrinkle
School Of Seven Bells: Lafaye
Frankie Rose: Pair Of Wings
Porcelain Raft: Backwords
Azure Blue: Finger
Windy & Carl: Remember

venerdì 9 marzo 2012

Domenica 11 marzo: Camaleonti sonori

 Echi che risuonano in un vuoto abissale
che escono da un mondo di macerie
e seguono una fioca luce nelle tenebre
Voci che turbano angelicamente
che si mimetizzano nel tessuto sonoro
e nutrono la diversità che muta se stessa

Akkord: The Drums
Machinedrum: What U Wanted 2 Feel
Burial & Four Tet: Nova
Pleq: Raindrops (Shiftkode remix)
Sina.: From Love To Dust
Sweatson Klank: It's All In Your Head
Neon Clouds: Knit
Zach Christ: Hach Me (Shigetos 4AM Edit)
Submerse-Acute
Get people: Macaw (Raffertie Remix)
Borealis: Womb (Aebeloe 'Glisten' Mix)

venerdì 2 marzo 2012

Domenica 4 marzo: Ecosofia

Piedi scalzi sul terreno
e psiche in viaggio verso l'ignoto
battiti d'ali  e di calcolatori
tecnologia imbevuta di natura
lenta velocità desiderante
di una  nuova ecologia mentale

Loop Of Your Heart: Cries
Voice From The Lake: St
Liquid Stranger: Zeal
Ajja: Nubian Sandstone
Prince Valium: Dab60
James Murray – Floods
From The Mouth Of The Sun: Snow Burial (While Blue Skies Gather)
Dyno: Fuori Dalla Finestra
Cygna: Broken Dream Of A Little Snail

lunedì 20 febbraio 2012

Amniotico Suono


Nella palude, nel pantano, in riva ad un fiume che cambia corso e dimensioni, sui bordi di un fosso che esonda, è istintivo fare i conti con l'instabile e l'incerto,è naturale considerare vaghi i confini, è normale procedere per consolidamenti progressivi e, alla fine, diviene regola mentale, predisposizione culturale e concettuale, che l'instabile non esiste come categoria, ma esiste solo il movimento della perenne, costante trasformazione dello stabile.
                                                                                                                       Renzo Franzin

Vivo da sempre in una terra ex paludosa, dove la trasformazione dello stabile, l'inafferrabilità dell'acqua sono stati l'immaginario dei racconti della vita sentiti fin da bambino.
I canali e i piccoli corsi d'acqua erano come "flussi di coscienza" e "arterie delle storie".
Solo negli ultimi anni escono dalla percezione esistenziale e diventano problemi, ostacoli allo sviluppo ed esclusivamente fattore di rischio idraulico da eliminare.
Forse è questo il motivo che un suono paludoso, fangoso, nebbioso, mutante per eccellenza che sembra muoversi in terreno instabile, come il dubstep mi ha attirato. Anche se nasce da una metropoli come Londra ho trovato delle affinità. Anch'esso è in costante trasformazione, inafferrabile anche se i"flussi di coscienza" e le "arterie delle storie" in questo caso sono le strade e le linee della metropolitana.
Le acque di quella città, del Tamigi, sono fisse e scure, ma si muovono nel risveglio della notte grazie al riflesso di mille luci che accompagnano un flusso continuo di individui.
Si tratta proprio di un flusso di individui, perchè le derive collettive, le onde sonore non riempiono più le strade, ma accompagnano il ritorno a casa, l' isolamento, sia nell'ascolto che nella produzione.
È la vittoria della musica da cuffia, dell' iPod, mentre anche i rave diventano spazi di consumo e basta, questo suono sembra soprattutto utile a trasmetterci l'insoddisfazione perenne di un mondo fatto di alienazione ma che porta a fare passi o balzi oltre il presente stagnante.
Ma come sempre la semplificazione di un mondo è in agguato per finalizzarlo al consumo , così anche un suono così “difficile” si etichetta e diventa hype, di moda, normalizzato.
I nuovi producer per rivitalizzarlo lo portano su un tavolo anatomico per poterlo successivamente studiare, analizzare e riprodurre. Farlo diventare più un indagine sulla propria condizione umana che un esplorare: e da ballabile diventa apprezzabile intelletivamente, aprendo la testa alla musica, offrendo la musica alla mente globale. In questo modo si delocalizza non solo geograficamente, ma lo si sposta dentro la propria testa, mostrando tutti i sintomi della fragile condizione esistenziale moderna, in una scomposizione dell' esperienza che, se da un lato isola l'individuo, dall'altro gli permette strade creative inedite: attraverso stimoli sensoriali indipendenti da relazioni umane (droghe, videogiochi, social network).
Il movimento della perenne, costante trasformazione del suono Dubstep diventa mondiale, come mondiale è la rete che lo diffonde con in comune alcuni elementi minimi: i bassi e le voci pitchate.
E all'orizzonte si profilano altri cambiamenti. Sono eco lontane di un suono estremamente emotivo e oscuro, che nasce dal verbo di Burial.
Voci che risuonano in un vuoto abissale , sconfinando il loro carattere descrittivo in un che di pittorico, di visioni in transito che dipingono un paesaggio di macerie di un mondo distrutto.
Queste voci pitchate così frammentate accompagnante da un suono instabile, melmoso indicano uno spaesamento, una ricerca di stabilizzare un orizzonte condiviso.
Lo scambio di file, la condivisione di metodo e di sound crea una complicità che configura un atmosfera comune in molti producer che trascende le frequenze ultra-basse che hanno effetto solo se pompate su mega sound system, e crea suoni avvolgenti ed evocativi ideale per l'ascolto in cuffia con luci soffuse, malinconici nelle atmosfere e soprattutto capaci di far riflettere . Inquieti e inafferrabili continuano a trasportare la diversità che muta se stessa.
Suoni che continuano a turbare con loro i bassi profondi, ma hanno anche un qualcosa di angelico, di confliggente, sanno essere contemporaneamente alienanti e nutrimento per le relazioni nell' infosfera.
Riportali all' intera sfera della vita e ritornare a interrogarsi sulle qualità amniotiche di quell' artifizio miracoloso che è la musica, potrebbe farla ritornare cellula staminale in lotta contro l'Alzheimer della nostra società.


10 Tracks:
Burial: Kindred
Volor Fex: Unfeeling
Balam Acab: Await
VVV: Among The Whispers
Anthony Drawn: Remember
Author: Drain
Huzur: Ingrid
Blue Daisy: Fallin (Feat. Heidi Vogel)
Kazi Ploae - Investigatii ( Silent Strike Instrumental)
Ayshay: Warn-U