venerdì 29 maggio 2015

Diserzioni 28 maggio: Emptiness

ascolta nel vuoto
ricerca quel tono
quella voce
che annulli la gravità
e che ti possa sollevare
di tutto il peso di troppo

Jimmy Spoon: Emptiness
Turtle: Us
Terl: Lent Your Dream
Xelλrλin:  Indighost
Nollores: The Pain Withheld
Nicolas Jaar: Pass The Time
Dashevsky – Alone
Olenibeats: White My Tenderness feat. Slow-Sun
Alaskan Tapes: 4 Vacant (Ft. Monika Cefis)
Spc Eco: Let It Be Always
Submotion Orchestra: Worries( Kasqa_Remix)
Dcult & Perverse:  Never (feat. Zia Flow)

http://www.sherwood.it/media/7351/3052cf9afa277600/diserzioni_28-05-15.mp3

giovedì 28 maggio 2015

L'arte del silenzio non invecchia

 
Nemmeno ci provo. Proprio non ne sarei capace.
Di fare una recensione cinematografica, dico, per quella vi rimando qui.
Ma “Youth” di Sorrentino mi ha portato dentro a certi rit(m)i del mio sentire. Perché ci interroga, oltre che sul tempo che passa, anche sul senso del silenzio. Che non è tanto l'assenza di suoni, ma la base stessa del suono, del linguaggio e forse anche del cinema.
Ci invita  a renderci “sensibili a quei fili di silenzio di cui il tessuto del suono è intramato”.
Insomma più che seguire una trama questo film sembra segua una partitura.
Io capisco solo la musica” dice Michael Caine  che in “Youth” è un  corteggiato compositore e direttore d’orchestra che si è ritirato dalle scene “c'è e non ha bisogno di parole, ne di spiegazioni
Solo ha partire da questa consapevolezza, ben presente nel protagonista del film, si può scoprire che  paradossalmente il silenzio parla molte voci. Ce n'è uno prezioso (il silenzio è d'oro) e uno che indica penuria (il silenzio di tomba), ma anche il silenzio che crea tensione e quello della mancanza come in Lisbon story  di Wenders quando il fonico registra l'assenza dell'amico.
Ma tornando al film di Sorrentino: vedendo le scommesse dei due vecchi amici (Harvey Keitel e Michael Caine)  sul fatto che coppia vicina di tavolo non si parla mai: “stasera apriranno bocca, sì o no?” oppure nella scena dove la giovane massaggiatrice sussurra: “non serve parlare basta toccarsi per capirsi” , sembra che il regista voglia riflettere sul silenzio e sul fatto che bisogna re imparare ad ascoltarlo e in questo caso anche a guardarlo.
John Cage diceva: “Non esiste il silenzio. Accade sempre qualcosa che produce suono”. Ma per captare quel qualcosa bisogna sottrarsi al rumore di fondo.
Certi silenzi possono sembrare apatia, e di apatia viene accusato dalla figlia il musicista protagonista di Youth. Ma guardare o sentire una cosa vuota è sempre guardare o sentire qualcosa, se non altro gli spettri della propria attesa.
L’apatia semmai è frutto della comunità obbligatoria connessa 24 ore su 24 che ci impedisce di restar in silenzio. E allo stesso tempo l'affollamento di immagini, parole, suoni di oggi essendo privo di corpi è oppresso dalla solitudine.
Imparare la sottrazione dalla massa infinita di rumore, ricreare le condizioni per l’ascolto del silenzio, ecco cosa serve per accorgersi dell’altro da sé. Perché diventare apatici è sicuramente peggio che diventare vecchi.

venerdì 22 maggio 2015

Diserzioni 21 maggio: Passeggiatore notturno

Ancora a passeggio,
aggrappato alla semi oscurità
che sembra  rendere
più visibile agli occhi
l'ascolto silenzioso
delle sfumature del suono

Lars Leonhard: Passenger At Night
Amon Tobin:  Encounter On Io
Clark: Unfurla Cremated
Klatu - Window Trinket
My Head: Torture
Lophide:Tint (Myhead Remix)
Luqus – Fall
Aural Void: insonnia
Emika: Destiny Killer
Skaititajs Behind-The-Doors
Venture: As My World Falls Apart

http://www.sherwood.it/media/7332/3bee49c0ea563c37/diserzioni_21-05-15.mp3

mercoledì 20 maggio 2015

Il cielo sopra Sherwood

“E' un festival rock!” questa affermazione di un mio giovane amico quando gli ho mostrato il programma del Sherwood festival 2015 mi ha fatto pensare:
Ma Sherwood è un festival rock? Parlare di Rock ha ancora senso? Il rock è vivo o è morto?
Sicuramente non è più quello di una volta, ma siccome considero la nostalgia una passione triste vale la pena di indagare cosa è cambiato.
Il rock era basato su alcuni parametri ampiamente condivisi: immediatezza e potenza comunicativa, immagine, ribellismo e centralità del front-man cantante. Quando queste qualità coincidevano nasceva l'icona rock capace di impersonificare in sé le inquietudini, le ansie e i desideri di intere generazioni.
L’ultima scena musicale (il Grunge) e l’ultimo martire rock ( Kurt Cobain) sono nati nella città (Seattle) e nel tempo che ha dato il via alla rivoluzione digitale.  Una coincidenza piena di significati. Mentre i grandi giornali rock riempivano le copertine di quest’ultima icona , la musica e la sua fruizione si trasformava radicalmente grazie ad un uso moltitudinario delle nuove tecnologie. Il musicista diventava spesso “senza volto” e “senza scena” e ad eccezione forse del dubstep londinese anche senza un vera connotazione geografica. E proprio in quel periodo si cominciò a parlare di “Post Rock”.
In poche parole è la post-modernità che si fa musica e così anche il rock essendo incapace di narrare ancora il sentire delle nuove generazioni native digitali, cambia pelle.
La musica cambia in tutti i campi: composizione, realizzazione, produzione, fruizione, circolazione. Le etichette discografiche e la promozione diventano marginali, gli studi non servono più: basta la propria cameretta e la rete.
In un mondo in cui sei rincorso da miriadi di richiami, apparati di cattura di un potere mediatico che pervade la vita è nata in molti la convinzione che “è meglio perdersi che essere trovati”. Per questa generazione precaria con le sue vite insoddisfatte l'idea beatnik del “viaggiare senza arrivare” è diventata l'idea del “perdersi da nessuna parte”.
Il post rock diventa ricerca di un’altrove: la consapevolezza dell’impossibilità di lasciare il segno in in mondo inflazionato dai segni, e di contro la ricerca della beatitudine che permetta di svettare sopra il presente almeno per la durata di una canzone. Anzi per la durata di un brano visto che il formato canzone è definitivamente superato. Il rock per come lo avevamo tradizionalmente inteso non c’è più!
Da anni insomma c’è un fantasma che si aggira per l’oceano di suono e si chiama “rock” che si materializza oramai solo nei megalive estivi di vecchie e stanche icone che non si lasciano svanire oppure nei loro cloni e nelle loro cover band.
Ma allora ha ancora senso parlare di questo genere musicale che ha segnato il secolo scorso? Forse sì! Magari per fare un volo interstellare, lì dove Dio si trasforma in un astronauta, guardare il cielo sopra la foresta di Sherwood e spiccare il volo oltre quel che resta del rock.

 Sherwood Festival:

Sabato 11 Luglio 2015

Diserzioni: God Is An Astronaut & Blonde Redhead

 


venerdì 15 maggio 2015

Diserzioni 14 maggio: Cascata di suono

nella caduta sussurri
che tutto è in movimento,
mentre scorri notte e giorno

nella caduta sussuri
di ascoltare lo scrosciare inquieto
di questa lenta cascata di suono

Gacha: Waterfall
Animal Hands: Stir
Broken: Hopeless
Alicks: Help Me Out
Subsets: Confused Ft Nori
Nohup: Because Of You
Braille: An Oceanic Escape (feat. Olivia Sholler)
Glass Isle:  Yuki Onna
Holly Herndon:  Unequal
Chicklette: New Tiger
Iglew: Cymatism

http://www.sherwood.it/media/7318/f58a4ccf98cdd141/diserzioni_14-05-15.mp3

venerdì 8 maggio 2015

Diserzioni: Ai confini della notte

mentre ancora regna
un silenzio perfetto,
salire fino alla cima
per ascoltare i suoni
oltre i confini della notte

Brian Eno: An Ending (ascent)
Max Cooper & Tom Hodge: Remnants
Kiasmos: Looped
Christian Loffler: Nordkap
Tusks: For you
Forxst: -P6743
Arrange - Exception
Jayeem - My Heart Is Hurting
Ollie Macfarlane: Wintermute
Craset & N3ga Beats & Lion Forest - When I'm Gone
Soulgalaxy: Alone
Lyves  Synkro: Body Close
Kastle: Strange Day

http://www.sherwood.it/media/7296/1f2fb82f04dd6a91/diserzioni_07-05-15.mp3